Leggere ai bambini piccoli non è sempre né facile né immediato: infatti, quando i grandi leggono storie, libricini e albi illustrati spesso si sentono a disagio e risultano impacciati. Tuttavia, considerando prevalente l’obiettivo di favorire lo sviluppo linguistico, affettivo e relazionale dei più piccoli il mio consiglio è quello di provarci sempre. La lettura condivisa, oltre a rappresentare una delle attività di gioco più apprezzate dai piccini, permette anche al genitore di trascorrere un tempo di qualità con il proprio pargolo.
Con un neonato la lettura ad alta voce può costituire una prima forma di dialogo; è in quel momento che, avvalendosi delle parole di un libro, si impara a conoscersi l’un l’altro, trovando il ritmo giusto di un dialogo. Il significato affettivo veicolato dalle parole lette ad alta voce è incredibilmente accessibile per il piccolo, che si sente cullato e accolto dalla voce di mamma e papà.
Leggere ad un bambino in età prescolare è invece un’esperienza dialogica molto più interattiva: il bambino sceglie il libro da far leggere al genitore, decide quanto soffermarsi su una singola pagina o di ritornare ad una parte della storia particolarmente emozionante, anticipa le parole e si diverte a raccontare le immagini al suo interlocutore.

Perché leggere ai bambini piccoli
La domanda che ci posiamo spesso è: perché leggere ai bambini? La risposta è semplice: perché a loro è e sarà utile. Quando leggiamo un libro ad alta voce, infatti, ci rivolgiamo al bambino con parole che non sono nostre, ma che appartengono al testo che abbiamo di fronte: il vocabolario lessicale proveniente dal testo scritto risulterà più ampio, la forma sarà articolata in modo differente dal linguaggio informale normalmente utilizzato.
Se la lettura diventa un’attività quotidiana è facile immaginare quanto arricchente possa essere per lo sviluppo linguistico e cognitivo. Ciò vale non solo per le parole che si immagazzinano, ma anche per la possibilità di aumentare, strada facendo, lo spazio di ascolto, la capacità attentiva, l’immaginazione e altre abilità cognitive come la capacità di creare associazioni, osservare differenze, e molto altro.
In un tempo in cui bambini sempre più piccoli sono esposti precocemente e assiduamente a immagini e video provenienti da smartphone, tv e tablet, è ancora più necessario riconoscere il valore della lettura. I dispositivi elettronici non aiutano ad arricchire il linguaggio perché i bambini sono esposti a immagini e parole provenienti dagli schermi in una condizione di passività e non di reciprocità come nel gioco, nel dialogo o nella lettura.

Come leggere ai bambini piccoli fino a 5 anni: l’approccio dell’adulto
Nei primi anni di vita i genitori sono i principali riferimenti del loro bambino e ciò vale non solo per le cure primarie ma anche per lo sviluppo linguistico. Comunicare con i bambini, mostrare interesse per ciò che hanno da dire, condividere momenti di gioco esclusivamente dedicati a loro sono elementi fondamentali per la relazione genitore-figlio. Leggere è quindi una delle forme comunicative più efficaci. Ma come leggere ai bambini piccoli fino a 5 anni?
Innanzitutto è utile avere un posto dedicato alla lettura, sia per riporre i primi libretti del bambino sia per leggerli insieme. Essere uno accanto all’altro, ritrovandosi magari dopo alcune ore lontani, aiuta il bambino a rafforzare la relazione di fiducia con il genitore.
Con i più piccoli, è importante disporsi con il bambino in braccio, in modo che il libro sia accessibile anche per il piccolo, modulando la propria voce per giocare con i suoni e per far sentire al bambino la propria presenza; leggere significa anche cercare il ritmo giusto, come in un dialogo in cui c’è chi parla e c’è chi ascolta, per sostenere l’interesse del bambino, mostrandogli le immagini, permettendogli di afferrare il libro e di imparare a voltare le pagine.
Leggere ai bambini tra i 18 e i 24 mesi
In questa fascia di età si possono iniziare a leggere storie via via più complesse: il bambino diventa sempre più partecipe perché è coinvolto dalla storia e dai personaggi. Il libro può essere utilizzato come spunto per ampliare il racconto, per esempio quando si pongono domande, dalle più semplici (che cos’è questo?) alle più complesse (che cosa è successo in questa figura?) ricordandosi di aspettare il tempo di risposta del bambino. Altri modi consistono nel suggerire al bambino di arricchire l’esposizione, o stimolarlo a dare un nome agli oggetti e ripetere ciò che il bambino dice, per rafforzare la sua comprensione.
Crescendo è il bambino stesso che associa i personaggi delle storie a sé, magari chiamandoli con il proprio nome, per esempio nelle storie che descrivono le routine del bambino.
In conclusione possiamo asserire che se bambini beneficiano della lettura quotidiana e costante di un adulto, nel tempo essi acquisiscono più facilmente quelle competenze di base che si configureranno come prerequisiti per l’apprendimento di lettura e scrittura. Inoltre, avere familiarità con la lettura e con i libri significherà avere una marcia in più nel momento in cui affronteranno le richieste del mondo scolastico. Leggere insieme, per genitori e bambini, è un’esperienza affettiva di immenso valore: come percorrere un viaggio, in uno spazio a metà tra libro e mondo immaginario, assaporare il piacere di scoprire nuove mete o di tornare in posti noti, in cui si desidera sostare, insieme, ancora un po’, prima di partire verso luoghi inesplorati.
Chi è Elena Campi
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